“Maxxxine” degli Slow Rush: la villain che l’alternative si merita

Maxxxine apre con una carica di rabbia in pura estetica “Pearl”, e non potrebbe essere altrimenti: il brano si presenta come il manifesto di chi rifiuta le regole di una scena underground che decide al posto tuo cosa sia “vero” e cosa no.

Nei panni di Maxxxine, gli Slow Rush (e personificazione estrema del personaggio horror) sono senza filtri.

Il singolo nasce dall’ispirazione cinematografica data dalla trilogia di “X: A Sexy Horror Story” come punto di partenza. Il secondo film racconta di un’ossessione malsana per il successo artistico, di un desiderio di riscatto che sfocia in violenza. Allo stesso modo, “Maxxxine” (ultimo film che chiude il cerchio della serie) ricalca questa tensione: la protagonista non implora consensi, ottiene quello che merita.

Il testo è come un crudo specchio della scena: “I can be uncool ’cause I listen to the pop shit / Club scene / But I’m always in the mosh pit” dalla strofa d’apertura la cantante vuol far intuire che non rinnega la sua cultura musicale Pop e la scena club disco, essendo comunque partecipe ad eventi spinti.  

Quel “Charli wrote ‘simpathy is knife’ / She was damn fucking right” taglia come un coltello, citando Charli XCX per dire che la compassione è letale, non c’è pietà per chi giudica e non supporta.

A dispetto di chi si aspetta un canto esclusivamente punk-rock, “Maxxxine” sorprende con un’interpolazione reggaeton a metà brano, è un gesto volutamente estivo.  La maggior parte del tempo la canzone si sviluppa sopra un ostinato di basso.

Il risultato è un punk alternativo che non rinnega le proprie origini, ma le espande con un tocco di ironia e leggerezza.

Temi centrali

Villainization dei falsi amici, chi pensa che l’underground non sia terreno di tradimenti, si sbaglia.

I “falsi amici” tradiscono quando vedono una possibilità di gloria; qui non c’è autocommiserazione ma c’è uno sputo di sfida verso chi trasforma il sostegno in ricatto.

L’aspirazione alla “stardom” colpisce con il refrain “Please, I’m a star” frase memorabile di Pearl, ribadendo il bisogno di emergere e di non essere un numero dimenticato.

È la dichiarazione di chi è disposto a spingersi fino a sentirsi (almeno per un secondo) una sorta di Hannah Montana.

Per chi cerca di non essere schiacciato dal sistema musicale, per chi non elemosina approvazione, dal 27 giugno troverà Maxxxine disponibile ovunque.

Anche nella vostra vasca da bagno.